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Industria 5.0, verso il magazzino del futuro. Che cosa cambia?

industria 5.0 incentivi per carrelli elevatori

L’Industria 5.0 ridisegna la logistica: incentivi, tecnologie avanzate e carrelli automatizzati al centro del cambiamento.

Il mondo della logistica sta entrando in una nuova era.

Il Piano Transizione 5.0 approvato dal Consiglio dei Ministri ad inizio anno è destinato a rappresentare una svolta fondamentale per tutte le imprese italiane: infatti, dal binomio automazione e connettività dell’industria 4.0 si passa a quello di digitalizzazione e sostenibilità dell’industria 5.0.

L’obiettivo? Creare una collaborazione intelligente tra persone e robot: da un lato le macchine che si occuperanno dei compiti ripetitivi e pericolosi, dall’altro gli operatori che potranno concentrarsi su attività che richiedono problem solving, creatività e competenze sociali.

Un approccio nuovo che non si limita soltanto ad introdurre degli strumenti più avanzati, ma che punta a creare degli ambienti di lavoro in grado di esaltare le capacità umane e, allo stesso tempo, sfruttare al massimo l’efficienza delle macchine.

Scopriamo allora insieme come questa rivoluzione trasformerà il settore logistico, quali sono gli incentivi previsti e quali vantaggi possiamo aspettarci nel futuro prossimo.

Industria 5.0: che cos’è?

Se l’industria 4.0 si concentrava principalmente sull’automazione e sulla connettività, l’industria 5.0 ha sviluppato un modello ed una concezione dell’industria molto più integrata ed umana.

Il focus si sposta dall’efficienza produttiva alla collaborazione efficiente tra uomo e macchina attraverso l’uso di tecnologie all’avanguardia come l’IA, il machine learning, la robotica, la realtà virtuale e la realtà aumentata.

Tutto questo per riuscire ad ottimizzare i processi produttivi, ridurre l’impatto ambientale e garantire un ambiente di lavoro più sicuro e gratificante, raggiungendo obiettivi sociali che vanno al di là della crescita e facendo sì che la produzione rispetti il pianeta e il benessere del lavoratore.

Non a caso l’industria 5.0 viene definita anche come la “doppia transizione” proprio perché a quella digitale si affianca anche quella ambientale e sociale.

Ovviamente tutto questo è applicabile a qualsiasi settore, compreso quello della logistica dove, a maggior ragione, questo binomio consente di raggiungere un livello superiore di efficienza e precisione nelle operazioni di magazzino, trasporto e gestione delle scorte.

In generale quindi, l’industria 5.0 apre le porte per una logistica più intelligente, reattiva e adattabile alle esigenze in continua evoluzione del mercato. 

Basta pensare, ad esempio, ai magazzini: qui i carrelli elevatori automatizzati, come i Linde della serie MATIC, stanno già rivoluzionando la movimentazione delle merci.

Gli incentivi per l’industria 5.0

Per raggiungere gli obiettivi prefissati dall’industria 5.0, l’Italia ha stanziato 6.3 miliardi di euro da destinare al Piano di Transizione 5.0, che si vanno a sommare ai 6.4 miliardi di euro già previsti dall’industria 4.0.

Tra i principali strumenti a disposizione troviamo:

  • Crediti d’imposta per investimenti tecnologici, riservati alle aziende che implementano strumenti innovativi come carrelli automatizzati o software per la gestione avanzata dei dati.
  • Agevolazioni per la sostenibilità ambientale, per chi adotta soluzioni che riducono l’impatto ambientale, come sistemi di monitoraggio energetico o veicoli elettrici.
  • Fondi per la formazione del personale, indispensabili per preparare i lavoratori ad interagire con le nuove tecnologie.

I crediti d’imposta sono riconosciuti a condizione che i consumi energetici vengano ridotti di almeno il 3% per la struttura produttiva o, in alternativa, di almeno il 5% del processo interessato dall’investimento.

Come per l’Industria 4.0, anche per l’industria 5.0 l’aliquota del credito d’imposta va calcolata “a scaglioni”, in base alla riduzione dei consumi (a livello di stabilimento e di processo produttivo) e all’investimento effettuato, così come riportato nelle seguenti tabelle.

Credito d’imposta industria 5.0: il calcolo dell’aliquota

1. Riduzione dei consumi a livello di stabilimento:

Fascia di riduzione consumi tra il 3% e il 6% tra il 6% e il 10% oltre il 10%
Fino a 2,5 milioni 35% 40% 45%
Da 2,5 a 10 milioni 15% 20% 25%
Da 10 a 50 milioni 5% 10% 15%

2. Riduzione dei consumi a livello di processo produttivo:

Fascia di riduzione consumi tra il 5% e il 10% tra il 10% e il 15% oltre il 15%
Fino a 2,5 milioni 35% 40% 45%
Da 2,5 a 10 milioni 15% 20% 25%
Da 10 a 50 milioni 5% 10% 15%

Inoltre, è bene sottolineare che il Piano di Transizione 5.0 consente di usufruire dei crediti d’imposta in relazione alle spese sostenute tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025 per le imprese che investiranno in una di queste attività: 

  • Acquisto di beni strumentali materiali o immateriali 4.0;
  • Acquisto di beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili (escluse le biomasse);
  • Spese per la formazione del personale in competenze per la transizione verde.

Questi incentivi non solo agevolano l’adozione del modello industria 5.0, ma aiutano anche le aziende a rimanere competitive in un mercato in rapida evoluzione.

Carrelli elevatori, come funzionano gli incentivi industria 5.0?

Tra le spese ammesse per usufruire dell’Industria 5.0 troviamo anche quelle relative all’acquisto di beni strumentali materiali, tra cui anche l’acquisto di carrelli elevatori elettrici, essenziali per ridurre i consumi energetici.

Vediamo allora insieme un esempio pratico per capire a quanto potrebbe ammontare il risparmio usufruendo del credito di imposta.

Supponiamo di sostituire una flotta di 5 carrelli elevatori Linde H30 con la stessa quantità di carrelli elevatori elettrici E30.

Il primo consuma quotidianamente 25 litri di gasolio ed ha un costo energetico giornaliero di 37,50€, mentre il secondo consuma 45,58 kWh al giorno con un costo energetico di 6,84€.

Per capire qual è il risparmio, dobbiamo rapportare i litri e i kWh in TEP, ovvero in tonnellate equivalenti di petrolio che sono rispettivamente 0,021 tep/giorno per il carrello diesel e 0,00392 tep/giorno per quello elettrico.

Supponiamo che il risparmio riguardi l’intero stabilimento e superi il 10% e che l’investimento complessivo per l’acquisto di 5 carrelli elevatori sia di 250.000€, il credito d’imposta sarà del 45%. 

CREDITO D’IMPOSTA TOTALE: 45%*250.000€= 122.500€

A questi andranno anche aggiunti i costi di certificazione ex-ante e ex-post, completamente rimborsabili per le PMI, che comprendono i costi di perizia, dossier e analisi tecnica.

Di conseguenza, il credito d’imposta totale ammonterà a €122.500, riducendo notevolmente i costi da sostenere per sostituire la flotta, oltre a guadagnare in termini di sostenibilità, efficienza e rispetto per l’ambiente.

 

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Con una gamma completa di carrelli elevatori e più di 40 anni di esperienza supportiamo le imprese nella scelta delle soluzioni più adatte a ciascuna attività, contribuendo a migliorare efficienza, sostenibilità e sicurezza.

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